mercoledì 26 aprile 2017

Ferrata dei Funs

http://lasciacheituoiocchisorridano.blogspot.it/2011/10/via-ferrata-dei-funs.html

Stavo rileggendo l'avventura del 2011...
Mi è tornata in mente (anche lunedì) la frase "ma lei è brava, solo che non lo sa"

Sarebbe bello se fosse così...

Si potrebbe approfittare del ponte per far qualcosa in montagna, l'intenzione è quella di ricominciare e da qualche parte bisogna cominciare.
Già a Pasquetta sembrava ci fosse l'idea di andare in Val Maira alla Rocca Castello, mentre gli altri arrampicavano io avrei potuto camminare lungo i sentieri ai piedi della Rocca.
Poi i programmi sono cambiati. Sapendo che, sulla neve, avrei faticato ho optato per una camminata tranquilla nel Roero. Anche quello è pur sempre un allenamento.

Arriva venerdì e si iniziano a fare programmi per il ponte del 25 aprile.
Vedendo proposte di due giorni o con attrezzatura come piccozza e ramponi, abbandono l'idea di aggregarmi alla comitiva.
Sono consapevole di non essere allenata, di essere stata ferma per quasi due anni e di non essere nelle condizioni di portare carichi troppo pesanti, oltre al fatto che sarei un bradipo.
Alla sera, il ritrovo è in sede e si organizza la gita al Monte Peyron per il 23.
La domenica non ci sarei comunque stata, ma comunico che potrei esserci il lunedì.
Viste le mie difficoltà, non mi va di proporre. Sarebbero gite troppo facili per gli altri, una perdita di tempo. Preferisco vedere cosa organizzano, così posso valutare se è un itinerario (o se c'è) che potrei fare da sola/in autonomia, andando ai miei ritmi senza condizionare gli altri. L'alternativa è rimanere a casa.

Comunque, per il lunedì provo a dire che si potrebbe andare ad arrampicare. 
(In questo momento mi sembra l'attività più tranquilla che potrei fare.)
Luigi risponde proponendo una ferrata. Le opzioni sono Camoglieres o Funs.
Su Camoglieres dico subito che non riesco a farla, anche se a Luigi ci vuole un attimo per capire che è per la mia mancanza di forza e non perché "mi fa senso" (non ricordo le esatte parole).
Su quella dei Funs, rispondo che si potrebbe fare. Anche se in realtà sono un po' titubante. Non me la ricordo particolarmente difficile, ma lunga sì.
Marco mi dice che non sembro molto convinta. In effetti è così, gli rispondo che è per la stanchezza. Mi faccio tirare dai ragazzi e non ci penso più fino a quando non arrivo in parete.

Gli scarponi sono bagnati e sui tondini di ferro scivolano.
Iniziamo male, è una cosa che già mi mette l'ansia. Proseguo lenta ma cercando di mantenere la calma.
Dietro ho Alberto alla sua prima ferrata. Gli spiego come mantenere le distanze, ma dietro ha Luigi che "spinge".
Seconda cosa che mi mette ansia.
Arriva il tratto leggermente strapiombante, provo a farlo ma non mi sento sicura nella presa. Ho paura di non riuscire a tenermi e di scivolare anche con i piedi. Sotto di me c'è anche Alberto. Se scivolo potrei finirgli addosso. Così vado in crisi. Mi fermo e faccio passare sia Alberto che Luigi.
Intanto arrivano anche Elisa e Flavio, io riprovo ma niente. Sono completamente nel pallone e vorrei solo piangere. 
Così mobilito Flavio e la sua corda. Mi sembra di essere un sacco di patate.
Riprendo poi da sola e devio sulla via normale, con Flavio a seguito.
Sono stanca, ma più per colpa della testa. Procedo lentamente ed ogni tanto mi fermo per riposare le braccia. Poi usciamo dal primo tratto.
Non me la ricordavo così faticosa.
Cosa mi ammazza è il trasferimento. 
Raggiungiamo gli altri e mi siedo, anche se vorrei coricarmi. Trattengo con fatica le lacrime ed intanto medito se proseguire o meno.
Il secondo tratto dovrebbe essere meno duro, ma ho male al fianco e preferisco fermarmi. Non vorrei rischiare di non riuscire poi a scendere.
Decido così di prendere la via di fuga. Sarei scesa da sola, ma mi viene dato un no categorico. 
Mi sento in colpa e nuovamente trattengo le lacrime.
Scendo con Flavio e raggiungiamo la fine della ferrata, in modo da poter aspettare il resto del gruppo.
Flavio va incontro agli altri, io invece mi fermo e cerco di rilassarmi un po'.

Così a tarda notte del giorno dopo, provo a fare un riepilogo.
Ma l'umore non è un granché ed anche il fianco, che fa ancora i capricci.
Mi chiedo che strada prenderò e cosa riuscirò nuovamente a fare.


sabato 8 aprile 2017

È tempo di cambiare

Ieri sera sono riuscita a dire il mio primo no.
Senza pensarci, farmi dei problemi o dispiacermi.
In realtà stavo facendo altro e non seguivo i discorsi di chi ad un tratto esclama "una mail può anche mandarla Cinzia!"
Sguardo fisso, scrollato la testa in senso di no... devo aver pronunciato qualcosa del tipo "no, fate pure voi io non voglio più saperne niente. Non ho tempo"
Ero talmente connessa che non ricordo neanche bene...
Però ho notato con quale leggerezza e senza sensi di colpa ho pronunciato quelle parole. 
Un bel "brava!" posso dirmelo, specialmente dopo aver lavorato tanto per arrivare lì.
Ripensandoci ora, un po' mi sento in colpa perché non mi sono mai comportata in questo modo ma, sono arrivata ad un punto della mia vita dove ho capito che non posso sempre donarmi completamente agli altri. Il nostro Io ha bisogno di dedicarsi dei momenti di riposo, di dedicarsi a se stesso.
Poi, sinceramente, in questo momento le mie priorità sono cambiate o meglio, si sono spostate su altre cose.