mercoledì 10 aprile 2019

mercoledì 26 aprile 2017

Ferrata dei Funs

http://lasciacheituoiocchisorridano.blogspot.it/2011/10/via-ferrata-dei-funs.html

Stavo rileggendo l'avventura del 2011...
Mi è tornata in mente (anche lunedì) la frase "ma lei è brava, solo che non lo sa"

Sarebbe bello se fosse così...

Si potrebbe approfittare del ponte per far qualcosa in montagna, l'intenzione è quella di ricominciare e da qualche parte bisogna cominciare.
Già a Pasquetta sembrava ci fosse l'idea di andare in Val Maira alla Rocca Castello, mentre gli altri arrampicavano io avrei potuto camminare lungo i sentieri ai piedi della Rocca.
Poi i programmi sono cambiati. Sapendo che, sulla neve, avrei faticato ho optato per una camminata tranquilla nel Roero. Anche quello è pur sempre un allenamento.

Arriva venerdì e si iniziano a fare programmi per il ponte del 25 aprile.
Vedendo proposte di due giorni o con attrezzatura come piccozza e ramponi, abbandono l'idea di aggregarmi alla comitiva.
Sono consapevole di non essere allenata, di essere stata ferma per quasi due anni e di non essere nelle condizioni di portare carichi troppo pesanti, oltre al fatto che sarei un bradipo.
Alla sera, il ritrovo è in sede e si organizza la gita al Monte Peyron per il 23.
La domenica non ci sarei comunque stata, ma comunico che potrei esserci il lunedì.
Viste le mie difficoltà, non mi va di proporre. Sarebbero gite troppo facili per gli altri, una perdita di tempo. Preferisco vedere cosa organizzano, così posso valutare se è un itinerario (o se c'è) che potrei fare da sola/in autonomia, andando ai miei ritmi senza condizionare gli altri. L'alternativa è rimanere a casa.

Comunque, per il lunedì provo a dire che si potrebbe andare ad arrampicare. 
(In questo momento mi sembra l'attività più tranquilla che potrei fare.)
Luigi risponde proponendo una ferrata. Le opzioni sono Camoglieres o Funs.
Su Camoglieres dico subito che non riesco a farla, anche se a Luigi ci vuole un attimo per capire che è per la mia mancanza di forza e non perché "mi fa senso" (non ricordo le esatte parole).
Su quella dei Funs, rispondo che si potrebbe fare. Anche se in realtà sono un po' titubante. Non me la ricordo particolarmente difficile, ma lunga sì.
Marco mi dice che non sembro molto convinta. In effetti è così, gli rispondo che è per la stanchezza. Mi faccio tirare dai ragazzi e non ci penso più fino a quando non arrivo in parete.

Gli scarponi sono bagnati e sui tondini di ferro scivolano.
Iniziamo male, è una cosa che già mi mette l'ansia. Proseguo lenta ma cercando di mantenere la calma.
Dietro ho Alberto alla sua prima ferrata. Gli spiego come mantenere le distanze, ma dietro ha Luigi che "spinge".
Seconda cosa che mi mette ansia.
Arriva il tratto leggermente strapiombante, provo a farlo ma non mi sento sicura nella presa. Ho paura di non riuscire a tenermi e di scivolare anche con i piedi. Sotto di me c'è anche Alberto. Se scivolo potrei finirgli addosso. Così vado in crisi. Mi fermo e faccio passare sia Alberto che Luigi.
Intanto arrivano anche Elisa e Flavio, io riprovo ma niente. Sono completamente nel pallone e vorrei solo piangere. 
Così mobilito Flavio e la sua corda. Mi sembra di essere un sacco di patate.
Riprendo poi da sola e devio sulla via normale, con Flavio a seguito.
Sono stanca, ma più per colpa della testa. Procedo lentamente ed ogni tanto mi fermo per riposare le braccia. Poi usciamo dal primo tratto.
Non me la ricordavo così faticosa.
Cosa mi ammazza è il trasferimento. 
Raggiungiamo gli altri e mi siedo, anche se vorrei coricarmi. Trattengo con fatica le lacrime ed intanto medito se proseguire o meno.
Il secondo tratto dovrebbe essere meno duro, ma ho male al fianco e preferisco fermarmi. Non vorrei rischiare di non riuscire poi a scendere.
Decido così di prendere la via di fuga. Sarei scesa da sola, ma mi viene dato un no categorico. 
Mi sento in colpa e nuovamente trattengo le lacrime.
Scendo con Flavio e raggiungiamo la fine della ferrata, in modo da poter aspettare il resto del gruppo.
Flavio va incontro agli altri, io invece mi fermo e cerco di rilassarmi un po'.

Così a tarda notte del giorno dopo, provo a fare un riepilogo.
Ma l'umore non è un granché ed anche il fianco, che fa ancora i capricci.
Mi chiedo che strada prenderò e cosa riuscirò nuovamente a fare.


sabato 8 aprile 2017

È tempo di cambiare

Ieri sera sono riuscita a dire il mio primo no.
Senza pensarci, farmi dei problemi o dispiacermi.
In realtà stavo facendo altro e non seguivo i discorsi di chi ad un tratto esclama "una mail può anche mandarla Cinzia!"
Sguardo fisso, scrollato la testa in senso di no... devo aver pronunciato qualcosa del tipo "no, fate pure voi io non voglio più saperne niente. Non ho tempo"
Ero talmente connessa che non ricordo neanche bene...
Però ho notato con quale leggerezza e senza sensi di colpa ho pronunciato quelle parole. 
Un bel "brava!" posso dirmelo, specialmente dopo aver lavorato tanto per arrivare lì.
Ripensandoci ora, un po' mi sento in colpa perché non mi sono mai comportata in questo modo ma, sono arrivata ad un punto della mia vita dove ho capito che non posso sempre donarmi completamente agli altri. Il nostro Io ha bisogno di dedicarsi dei momenti di riposo, di dedicarsi a se stesso.
Poi, sinceramente, in questo momento le mie priorità sono cambiate o meglio, si sono spostate su altre cose.

giovedì 27 ottobre 2016

L'affetto delle persone care

A volte capitano situazioni un po' spiacevoli,tristi
Ne senti la presenza, il clima freddo e pesante, gli occhi lucidi ed il nodo alla gola 
Ti rendi conto della situazione, ma immagazzini le cose negative e cerchi di tirare fuori qualcosa di positivo 
Ma questo, a lungo andare, logora e può capitare di avere delle crisi, di essere stanchi, di volersi fermare ecc.
Ma non si può e tra una botta e l'altra tiri avanti, sempre più esausta 

Magari provi a parlarne, ma vieni criticata
Provi a spiegare il perché di certe scelte, ma ti viene risposto che è solo uno spreco e nuovamente vieni criticata
Magari dalla stessa persona che ci è passata prima di te, che ha avuto e che ha bisogno tutt'ora di aiuto 
Ma lei può, tu no...

Allora impari a non parlare più, a tenerti tutto dentro 
Ma ci sono momenti in cui sei in crisi e vorresti parlare con qualcuno 
Ma parlare di cosa?
Non si cerca un vero e proprio dialogo, si cerca solamente un appoggio di una persona cara
Si cerca un semplice abbraccio, una carezza, un gesto d'affetto che ti trasmetta energia, calore che solo una persona cara può darti.

lunedì 10 ottobre 2016

I 18 principi del Dalai Lama


1) Tieni sempre conto del fatto che un grande amore e dei grandi risultati comportano 
un grande rischio.

2) Quando perdi, non perdere la lezione.

3) Segui sempre le 3 “R”: Rispetto per te stesso. Rispetto per gli altri. 
Responsabilità per le tue azioni.

4) Ricorda che non ottenere quel che si vuole può essere talvolta un meraviglioso colpo di fortuna.

5) Impara le regole, affinché tu possa infrangerle in modo appropriato.

6) Non permettere che una piccola disputa danneggi una grande amicizia.

7) Quando ti accorgi di aver commesso un errore, fai immediatamente qualcosa per correggerlo.

8) Trascorri un po’ di tempo da solo ogni giorno.

9) Apri le braccia al cambiamento, ma non lasciar andare i tuoi valori.

10) Ricorda che talvolta il silenzio è la migliore risposta.

11) Vivi una buona, onorevole vita, di modo che, quando ci ripenserai da vecchio, potrai godertela una seconda volta.

12) Un’atmosfera amorevole nella tua casa dev’essere il fondamento della tua vita.

13) Quando ti trovi in disaccordo con le persone a te care, affronta soltanto il problema attuale, senza tirare in ballo il passato.

14) Condividi la tua conoscenza. E’ un modo di raggiungere l’immortalità.

15) Sii gentile con la Terra.

16) Almeno una volta l’anno, vai in un posto dove non sei mai stato prima.

17) Ricorda che il miglior rapporto è quello in cui ci si ama di più di quanto 
si abbia bisogno l’uno dell’altro.

18) Giudica il tuo successo in relazione a ciò a cui hai dovuto rinunciare per ottenerlo.

Dalai Lama


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domenica 2 ottobre 2016

sabato 10 settembre 2016